curated by Mattia Capelletti
with Eimear Walshe, Salim Bayri, Pedro Oliveira
[EN below]
Cripta747 è lieta di invitarvi a It’s not me, it's you, output del più ampio progetto di ricerca che ha premiato il curatore Mattia Capelletti con la borsa di studio e di ricerca messa a disposizione da Cripta747 Residency Programme 2021.
«Chi è?» «Sono io!» Ogni volta che, a una richiesta di identificazione, rispondiamo in questo modo, ci affidiamo al potere della voce e del suo timbro di comunicare la nostra singolarità. Eppure, i processi di identificazione articolati attorno alla voce sono complessi e mutevoli, tutt’altro che inequivocabili. L’ambiguità di esperienze di schizofonia quotidiana, come l’ascolto della propria voce registrata – «Ma quellə sono io?» – si fa traccia di un disallineamento originario tra voce e identità.
“Ogni essere umano desidera ricevere da un altro il racconto della propria storia”, scrive Adriana Cavarero. Identificarsi nell’altrə significa ri-conoscersi nella sua voce, che “ci dice” qualcosa di noi. Ma cosa succede quando veniamo espropriatə della nostra voce da chi pretende di rappresentarci? Le attuali tecnologie di riconoscimento vocale diventano sempre più spesso strumenti di controllo, la cui logica è fondata su pregiudizi razziali e di genere: siamo raccontatə, invece di raccontarci.
It’s not me, it's you è la riappropriazione del proprio discorso, amplificato dall’arte e dalla musica; “prendere la parola” tramite la voce dell’altrə e la tecnologia, sovvertendone la funzione per farne emergere le criticità. Lə artistə ci incoraggiano a ripensare molti dei luoghi comuni associati alla voce umana, scardinare binarismi radicati, e dislocare la presunta identità fra il sé e la voce.
Salim Bayri (MA, 1992)
presenta Hadra Collider
Salim Bayri è un artista marocchino con base ad Amsterdam. Il suo lavoro ha luogo nello spazio liminale tra i media che utilizza, le lingue che parla e i contesti in cui espone, concentrandosi sugli scarti dei processi di ricodificazione che gli oggetti culturali attraversano nel mondo globalizzato. La sua ricerca si interessa al rapporto tra globale e locale, mai messo completamente in crisi dalla rivoluzione digitale, indagato sia con l’ironia partecipata di un millenial, che con il distacco critico di chi è portato a riconoscerne limiti e distorsioni. In questo senso, la sua soggettività diasporica e migrante diventa così una disposizione verso il fare artistico, piuttosto che necessariamente tematizzata.
In Hadra Collider, Bayri sfrutta i limiti della tecnologia “speech-to-text” nel riconoscere, diverse lingue, per avviare un dialogo improvvisato con la macchina. Prendendo le mosse da una semplice descrizione del contesto in cui si trova, Bayri lascia che l’algoritmo interpreti erroneamente le sue parole (in lingue differenti), generando un “feedback loop”, una surreale “commedia degli errori”, come in un telefono senza fili. In questo modo Bayri indica una via generativa all’utilizzo artistico dell’errore della macchina, in bilico tra violenza algoritmica e tecnofilia.
Eimear Walshe (IR, 1992)
presenta Jolene [SCRIPT]
Eimear Walshe è un*artista, scrittricə ed educatricə di Longford, Irlanda. Nel suo lavoro, articolato attraverso performance, testo, sculture e video, esplora la materialità di storie economiche e sessuali geograficamente situate.
In questo senso, il lavoro presentato nel contesto di It’s not me, it's you è emblematico: Jolene prende le mosse dall’omonima canzone di Dolly Parton (che tratta di infedeltà eterosessuale) per parlare dell’esperienza di crescere da persona queer non-binaria in un contesto rurale e conservatore. La voce e la scrittura di Dolly Parton – soggetto dirompente nell’ambiente altrimenti fortemente tradizionalista della musica country e icona del mondo queer per le sue rivendicazioni politiche – diventano per Walshe uno strumento per raccontare la sua storia personale. Jolene unisce storytelling, canto e un uso parodico della tecnologia, in un racconto intimo e universale, tanto malinconico quanto ironico.
Pedro Oliveira (BR, 1985)
presenta DESMONTE
Pedro Oliveira è un sound artist, ricercatore ed educatore brasiliano con base a Berlino. Nel suo lavoro, esplora il ruolo politico del suono come strumento di potere e oppressione e, di contro, la sua potenzialità radicale come modo di pensare e di attuare pratiche decoloniali. La sua ricerca si è recentemente concentrata sull’uso, da parte dell’Ufficio Migrazione tedesco (BAMF), di un algoritmo di riconoscimento dell’accento dialettale nelle pratiche di assegnazione dell’asilo politico. Nonostante l’industria biometrica promuova questi algoritmi come oggettivi, un sistema di ascolto automatizzato come quello del BAMF, teoricamente in grado di determinare l’origine di un richiedente asilo in base al suo accento, si è rivelato tutt’altro che affidabile, e respinto diverse richieste benché legittime.
DESMONTE, la nuova composizione per sintetizzatore modulare e voce pre-registrata presentata da Pedro Oliveira per It’s not me, it’s you, applica alla voce della cantante death metal Fernanda Lira tecniche di sintesi simili a quelle in uso al BAMF, per una riflessione astratta quanto viscerale sulla violenza algoritmica e la sua riproduzione di sistemi di oppressione coloniali.
Mattia Capelletti (IT, 1991) è dottorando di ricerca in Scienze della Cultura presso l’Università di Palermo, curatore indipendente e scrittore con base a Torino. Interessato al suono e alla voce umana, ne ha investigato l’estetica e la politica attraverso la teoria e varie discipline artistiche. Concepisce la curatela come pratica espansa che non si traduce necessariamente nell’evento ma sfocia organicamente in conversazioni a lungo termine. È coinvolto in progetti come: Idioletta con l’artista Costanza Candeloro, dedicato alla divulgazione di letteratura “borderline” e voci fuori campo; Black Med, piattaforma sviluppata da Invernomuto per il propagamento dei suoni attraverso i confini mediterranei, e per la quale lavora come editor e ricercatore; e Palm Wine con Simone Bertuzzi, sito dedicato alle culture sonore post-globali.
It’s not me, it’s you è output del più ampio progetto di ricerca premiato con la borsa di studio messa a disposizione da Cripta747 Residency Programme 2021.
It's not me, it's you è un progetto di Cripta747 a cura di Mattia Capelletti, ed è parte della rassegna The Listeners, vincitrice del bando "Attività di spettacolo dal vivo nelle periferie" della Città di Torino. Realizzato con il sostegno di: Città di Torino, Ministero della Cultura, Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo e Goethe Institut, con il patrocinio dell'Università di Palermo. Radio partner Radio Banda Larga.
The Listeners è una rete informale per la programmazione e realizzazione di eventi, progetti e servizi legati al mondo della musica, dell’arte contemporanea e dello spettacolo dal vivo, concentrandosi sulle pratiche transdisciplinari che utilizzano il suono come mezzo espressivo. Fondata a Torino nel 2022, la rete è attualmente composta da Almare, Cripta747 e Metamorfosi Notturne.
Cripta747 is pleased to invite you to It’s not me, it's you, output of the broader research project which has awarded curator Mattia Capelletti with a scholarship made available by Cripta747 Residency Programme 2021.
«Who is it?» «It’s me!». Whenever we answer this way to a request for identification, we rely on the power of the voice and of its timbre to communicate our singularity. Yet, the processes of identification articulated around the voice and activated by it are far from unequivocal, but complex and mutable. The ambiguity of everyday schizophonic experiences, such as listening to one’s own recorded voice – «Is that me?» – is a trace of a constitutive disalignment between voice and identity.
“Every human being wishes to receive from another the narration of their own story,” writes Adriana Cavarero. Identifying in the other means re-cognizing ourselves in their voice, which “tells us” something about ourselves. But what happens when we are dispossessed of our own voice, by those who claim to represent us? The current listening and voice-recognition technologies are increasingly becoming instruments of control, whose logic is based on racial and gender prejudices: we are told, instead of telling our own stories.
It’s not me, it’s you is the repossession of our own discourse, amplified by art and music; it’s the narration of the self through the voice of the other. The artists, by subverting the function of the current listening instruments to expose their criticalities, or by entrusting their voice to the other, encourage us to rethink many of the clichés associated with the human voice, unhinge ingrained binarisms, and displace the alleged identity between self and voice.
Salim Bayri (MA, 1992)
presents Hadra Collider
Salim Bayri is a Moroccan artist based in Amsterdam. Bayri's work takes place in the interstitial space between the media and the languages he uses, and the contexts in which he exhibits, focusing on the residues of the code-switching processes that cultural objects must go through in the globalized world. In Bayri's work we often find a concern for the relationship between the global and the local, which has never been completely overcome by the digital revolution. This investigation is developed both with the irony and participation of a digital native and with the critical detachment of one whose positional perspective leads him to recognize its limitations and distortions - being often the object of its failures. In this sense, his diasporic and migrant subjectivity becomes a disposition towards the art-making, rather than being necessarily thematized.
In Hadra Collider, Bayri exploits the limitations of speech-to-text technology in recognizing different languages in order to set up an improvised dialogue with the machine. Starting with a simple description of the space and context in front of him, Bayri lets the algorithm misinterpret his words, and responding to it he generates a feedback loop, as a progressively more surreal “comedy of errors”, like in a game of “broken telephone”. In this way, Bayri suggests an alternative way to the artistic use of the machine error, without aestheticizing or demonizing it, but rather keeping tragicomically poised between algorithmic violence and technophilia.
Eimear Walshe (IR, 1992)
presents Jolene [SCRIPT]
Eimear Walshe is an artist, writer, and educator from Longford, Ireland. In their work, articulated through performance, text, sculpture, and video, they explore the materiality of economic and sexual histories.
The work presented for It’s not me, it's you is emblematic in this sense: Jolene builds on Dolly Parton's namesake song (which deals with heterosexual infidelity) to talk about the experience of growing up as a non-binary queer person in a rural, conservative context. The voice and writing of Dolly Parton - a disruptive subject in traditionalist country music circles and an icon of the queer world for her political claims - become a tool for Walshe to tell their personal story. Jolene combines storytelling, singing, and a parodic use of technology in an intimate and universal tale that is as melancholic as it is ironic.
Pedro Oliveira (BR, 1985)
presents DESMONTE
Pedro Oliveira is a researcher, sound artist, and educator born in São Paulo and based in Berlin. His work inquires about the coloniality of listening and its implications on racialized violence and the policing of bodies in urban and border spaces. In recent years, Oliveira conducted a study on the use - by the German Migration Office (BAMF) - of a dialect accent recognition algorithm in the asylum system. Despite the claims of objectivity of the biometric industry, an automated listening technology such as the BAMF’s, purportedly able to determine the origin of an asylum seeker on the basis of their accent, proved to be anything but reliable, and rejected several legitimate requests.
For It’s not me, it's you, Pedro Oliveira presents DESMONTE, a new composition for modular synthesizer and pre-recorded voice. In this work, he applies synthesis techniques similar to those in use at BAMF to the voice of death metal singer Fernanda Lira, for an abstract yet visceral reflection on algorithmic violence and its reproduction of colonial systems of oppression.
Mattia Capelletti (IT, 1991) is an independent curator, writer, and PhD student in Cultural Sciences at the University of Palermo, Italy. He lives and works in Turin. Interested in sound and the human voice, he has investigated its aesthetics and politics through theory and various artistic disciplines. He understands curating as an expanded practice that does not necessarily culminate in an event but flows organically into long-term conversations. With collaboration at the core of his practice, he is involved in projects such as: Idioletta with artist Costanza Candeloro, a project dedicated to the dissemination of 'borderline' literature and expanded oral practices; Black Med, a platform developed by Invernomuto for the propagation of sounds across Mediterranean borders, and for which he works as editor and researcher; and Palm Wine, a site dedicated to post-global sound cultures that he co-curates with Simone Bertuzzi. It’s not me, it's you is the output of the broader research project awarded the grant made available by Cripta747 Residency Programme 2021.
It's not me, it's you is an event by Cripta747, curated by Mattia Capelletti, and is part of The Listeners project, winner of the City of Turin's call for proposals "Live performance activities in the suburbs". Realized with the support of the City of Turin, Ministry of Culture, Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo and Goethe Institut, with the patronage of the University of Palermo. Radio partner Radio Banda Larga.
The Listeners is an informal network for the planning and realization of events, projects and services related to the world of music, contemporary art and live performance, focusing on transdisciplinary practices that use sound as an expressive medium. Founded in Turin in 2022, the network currently consists of Almare, Cripta747 and Metamorfosi Notturne.
curated by Mattia Capelletti
with Eimear Walshe, Salim Bayri, Pedro Oliveira
[EN below]
Cripta747 è lieta di invitarvi a It’s not me, it's you, output del più ampio progetto di ricerca che ha premiato il curatore Mattia Capelletti con la borsa di studio e di ricerca messa a disposizione da Cripta747 Residency Programme 2021.
«Chi è?» «Sono io!» Ogni volta che, a una richiesta di identificazione, rispondiamo in questo modo, ci affidiamo al potere della voce e del suo timbro di comunicare la nostra singolarità. Eppure, i processi di identificazione articolati attorno alla voce sono complessi e mutevoli, tutt’altro che inequivocabili. L’ambiguità di esperienze di schizofonia quotidiana, come l’ascolto della propria voce registrata – «Ma quellə sono io?» – si fa traccia di un disallineamento originario tra voce e identità.
“Ogni essere umano desidera ricevere da un altro il racconto della propria storia”, scrive Adriana Cavarero. Identificarsi nell’altrə significa ri-conoscersi nella sua voce, che “ci dice” qualcosa di noi. Ma cosa succede quando veniamo espropriatə della nostra voce da chi pretende di rappresentarci? Le attuali tecnologie di riconoscimento vocale diventano sempre più spesso strumenti di controllo, la cui logica è fondata su pregiudizi razziali e di genere: siamo raccontatə, invece di raccontarci.
It’s not me, it's you è la riappropriazione del proprio discorso, amplificato dall’arte e dalla musica; “prendere la parola” tramite la voce dell’altrə e la tecnologia, sovvertendone la funzione per farne emergere le criticità. Lə artistə ci incoraggiano a ripensare molti dei luoghi comuni associati alla voce umana, scardinare binarismi radicati, e dislocare la presunta identità fra il sé e la voce.
Salim Bayri (MA, 1992)
presenta Hadra Collider
Salim Bayri è un artista marocchino con base ad Amsterdam. Il suo lavoro ha luogo nello spazio liminale tra i media che utilizza, le lingue che parla e i contesti in cui espone, concentrandosi sugli scarti dei processi di ricodificazione che gli oggetti culturali attraversano nel mondo globalizzato. La sua ricerca si interessa al rapporto tra globale e locale, mai messo completamente in crisi dalla rivoluzione digitale, indagato sia con l’ironia partecipata di un millenial, che con il distacco critico di chi è portato a riconoscerne limiti e distorsioni. In questo senso, la sua soggettività diasporica e migrante diventa così una disposizione verso il fare artistico, piuttosto che necessariamente tematizzata.
In Hadra Collider, Bayri sfrutta i limiti della tecnologia “speech-to-text” nel riconoscere, diverse lingue, per avviare un dialogo improvvisato con la macchina. Prendendo le mosse da una semplice descrizione del contesto in cui si trova, Bayri lascia che l’algoritmo interpreti erroneamente le sue parole (in lingue differenti), generando un “feedback loop”, una surreale “commedia degli errori”, come in un telefono senza fili. In questo modo Bayri indica una via generativa all’utilizzo artistico dell’errore della macchina, in bilico tra violenza algoritmica e tecnofilia.
Eimear Walshe (IR, 1992)
presenta Jolene [SCRIPT]
Eimear Walshe è un*artista, scrittricə ed educatricə di Longford, Irlanda. Nel suo lavoro, articolato attraverso performance, testo, sculture e video, esplora la materialità di storie economiche e sessuali geograficamente situate.
In questo senso, il lavoro presentato nel contesto di It’s not me, it's you è emblematico: Jolene prende le mosse dall’omonima canzone di Dolly Parton (che tratta di infedeltà eterosessuale) per parlare dell’esperienza di crescere da persona queer non-binaria in un contesto rurale e conservatore. La voce e la scrittura di Dolly Parton – soggetto dirompente nell’ambiente altrimenti fortemente tradizionalista della musica country e icona del mondo queer per le sue rivendicazioni politiche – diventano per Walshe uno strumento per raccontare la sua storia personale. Jolene unisce storytelling, canto e un uso parodico della tecnologia, in un racconto intimo e universale, tanto malinconico quanto ironico.
Pedro Oliveira (BR, 1985)
presenta DESMONTE
Pedro Oliveira è un sound artist, ricercatore ed educatore brasiliano con base a Berlino. Nel suo lavoro, esplora il ruolo politico del suono come strumento di potere e oppressione e, di contro, la sua potenzialità radicale come modo di pensare e di attuare pratiche decoloniali. La sua ricerca si è recentemente concentrata sull’uso, da parte dell’Ufficio Migrazione tedesco (BAMF), di un algoritmo di riconoscimento dell’accento dialettale nelle pratiche di assegnazione dell’asilo politico. Nonostante l’industria biometrica promuova questi algoritmi come oggettivi, un sistema di ascolto automatizzato come quello del BAMF, teoricamente in grado di determinare l’origine di un richiedente asilo in base al suo accento, si è rivelato tutt’altro che affidabile, e respinto diverse richieste benché legittime.
DESMONTE, la nuova composizione per sintetizzatore modulare e voce pre-registrata presentata da Pedro Oliveira per It’s not me, it’s you, applica alla voce della cantante death metal Fernanda Lira tecniche di sintesi simili a quelle in uso al BAMF, per una riflessione astratta quanto viscerale sulla violenza algoritmica e la sua riproduzione di sistemi di oppressione coloniali.
Mattia Capelletti (IT, 1991) è dottorando di ricerca in Scienze della Cultura presso l’Università di Palermo, curatore indipendente e scrittore con base a Torino. Interessato al suono e alla voce umana, ne ha investigato l’estetica e la politica attraverso la teoria e varie discipline artistiche. Concepisce la curatela come pratica espansa che non si traduce necessariamente nell’evento ma sfocia organicamente in conversazioni a lungo termine. È coinvolto in progetti come: Idioletta con l’artista Costanza Candeloro, dedicato alla divulgazione di letteratura “borderline” e voci fuori campo; Black Med, piattaforma sviluppata da Invernomuto per il propagamento dei suoni attraverso i confini mediterranei, e per la quale lavora come editor e ricercatore; e Palm Wine con Simone Bertuzzi, sito dedicato alle culture sonore post-globali.
It’s not me, it’s you è output del più ampio progetto di ricerca premiato con la borsa di studio messa a disposizione da Cripta747 Residency Programme 2021.
It's not me, it's you è un progetto di Cripta747 a cura di Mattia Capelletti, ed è parte della rassegna The Listeners, vincitrice del bando "Attività di spettacolo dal vivo nelle periferie" della Città di Torino. Realizzato con il sostegno di: Città di Torino, Ministero della Cultura, Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo e Goethe Institut, con il patrocinio dell'Università di Palermo. Radio partner Radio Banda Larga.
The Listeners è una rete informale per la programmazione e realizzazione di eventi, progetti e servizi legati al mondo della musica, dell’arte contemporanea e dello spettacolo dal vivo, concentrandosi sulle pratiche transdisciplinari che utilizzano il suono come mezzo espressivo. Fondata a Torino nel 2022, la rete è attualmente composta da Almare, Cripta747 e Metamorfosi Notturne.
Cripta747 is pleased to invite you to It’s not me, it's you, output of the broader research project which has awarded curator Mattia Capelletti with a scholarship made available by Cripta747 Residency Programme 2021.
«Who is it?» «It’s me!». Whenever we answer this way to a request for identification, we rely on the power of the voice and of its timbre to communicate our singularity. Yet, the processes of identification articulated around the voice and activated by it are far from unequivocal, but complex and mutable. The ambiguity of everyday schizophonic experiences, such as listening to one’s own recorded voice – «Is that me?» – is a trace of a constitutive disalignment between voice and identity.
“Every human being wishes to receive from another the narration of their own story,” writes Adriana Cavarero. Identifying in the other means re-cognizing ourselves in their voice, which “tells us” something about ourselves. But what happens when we are dispossessed of our own voice, by those who claim to represent us? The current listening and voice-recognition technologies are increasingly becoming instruments of control, whose logic is based on racial and gender prejudices: we are told, instead of telling our own stories.
It’s not me, it’s you is the repossession of our own discourse, amplified by art and music; it’s the narration of the self through the voice of the other. The artists, by subverting the function of the current listening instruments to expose their criticalities, or by entrusting their voice to the other, encourage us to rethink many of the clichés associated with the human voice, unhinge ingrained binarisms, and displace the alleged identity between self and voice.
Salim Bayri (MA, 1992)
presents Hadra Collider
Salim Bayri is a Moroccan artist based in Amsterdam. Bayri's work takes place in the interstitial space between the media and the languages he uses, and the contexts in which he exhibits, focusing on the residues of the code-switching processes that cultural objects must go through in the globalized world. In Bayri's work we often find a concern for the relationship between the global and the local, which has never been completely overcome by the digital revolution. This investigation is developed both with the irony and participation of a digital native and with the critical detachment of one whose positional perspective leads him to recognize its limitations and distortions - being often the object of its failures. In this sense, his diasporic and migrant subjectivity becomes a disposition towards the art-making, rather than being necessarily thematized.
In Hadra Collider, Bayri exploits the limitations of speech-to-text technology in recognizing different languages in order to set up an improvised dialogue with the machine. Starting with a simple description of the space and context in front of him, Bayri lets the algorithm misinterpret his words, and responding to it he generates a feedback loop, as a progressively more surreal “comedy of errors”, like in a game of “broken telephone”. In this way, Bayri suggests an alternative way to the artistic use of the machine error, without aestheticizing or demonizing it, but rather keeping tragicomically poised between algorithmic violence and technophilia.
Eimear Walshe (IR, 1992)
presents Jolene [SCRIPT]
Eimear Walshe is an artist, writer, and educator from Longford, Ireland. In their work, articulated through performance, text, sculpture, and video, they explore the materiality of economic and sexual histories.
The work presented for It’s not me, it's you is emblematic in this sense: Jolene builds on Dolly Parton's namesake song (which deals with heterosexual infidelity) to talk about the experience of growing up as a non-binary queer person in a rural, conservative context. The voice and writing of Dolly Parton - a disruptive subject in traditionalist country music circles and an icon of the queer world for her political claims - become a tool for Walshe to tell their personal story. Jolene combines storytelling, singing, and a parodic use of technology in an intimate and universal tale that is as melancholic as it is ironic.
Pedro Oliveira (BR, 1985)
presents DESMONTE
Pedro Oliveira is a researcher, sound artist, and educator born in São Paulo and based in Berlin. His work inquires about the coloniality of listening and its implications on racialized violence and the policing of bodies in urban and border spaces. In recent years, Oliveira conducted a study on the use - by the German Migration Office (BAMF) - of a dialect accent recognition algorithm in the asylum system. Despite the claims of objectivity of the biometric industry, an automated listening technology such as the BAMF’s, purportedly able to determine the origin of an asylum seeker on the basis of their accent, proved to be anything but reliable, and rejected several legitimate requests.
For It’s not me, it's you, Pedro Oliveira presents DESMONTE, a new composition for modular synthesizer and pre-recorded voice. In this work, he applies synthesis techniques similar to those in use at BAMF to the voice of death metal singer Fernanda Lira, for an abstract yet visceral reflection on algorithmic violence and its reproduction of colonial systems of oppression.
Mattia Capelletti (IT, 1991) is an independent curator, writer, and PhD student in Cultural Sciences at the University of Palermo, Italy. He lives and works in Turin. Interested in sound and the human voice, he has investigated its aesthetics and politics through theory and various artistic disciplines. He understands curating as an expanded practice that does not necessarily culminate in an event but flows organically into long-term conversations. With collaboration at the core of his practice, he is involved in projects such as: Idioletta with artist Costanza Candeloro, a project dedicated to the dissemination of 'borderline' literature and expanded oral practices; Black Med, a platform developed by Invernomuto for the propagation of sounds across Mediterranean borders, and for which he works as editor and researcher; and Palm Wine, a site dedicated to post-global sound cultures that he co-curates with Simone Bertuzzi. It’s not me, it's you is the output of the broader research project awarded the grant made available by Cripta747 Residency Programme 2021.
It's not me, it's you is an event by Cripta747, curated by Mattia Capelletti, and is part of The Listeners project, winner of the City of Turin's call for proposals "Live performance activities in the suburbs". Realized with the support of the City of Turin, Ministry of Culture, Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo and Goethe Institut, with the patronage of the University of Palermo. Radio partner Radio Banda Larga.
The Listeners is an informal network for the planning and realization of events, projects and services related to the world of music, contemporary art and live performance, focusing on transdisciplinary practices that use sound as an expressive medium. Founded in Turin in 2022, the network currently consists of Almare, Cripta747 and Metamorfosi Notturne.